Firenze, alla Galleria dell’Accademia torna il reading di Tomaso Montanari e Francesco Gori
Il reading teatrale deato appositamente per la rassegna L’eterno contemporaneo. Michelangelo 1475 – 2025
mercoledì 29 ottobre 2025 17:56
Dopo il successo riscosso a giugno, torna alla Galleria dell’Accademia di Firenze il reading teatrale “Non ha la par cosa tutto il mondo. I Prigioni e la travagliata impresa della tomba di Giulio II”, con Tomaso Montanari e l’attore Francesco Gori. Il nuovo appuntamento sarà lunedì 10 novembre 2025 alle 18.
Ideato appositamente per la rassegna L’eterno contemporaneo. Michelangelo 1475 – 2025, con cui la Galleria celebra i 550 anni dalla nascita di uno dei massimi protagonisti del Rinascimento, lo spettacolo propone un avvincente racconto in forma teatrale, costruito sulle parole stesse di Michelangelo e dei suoi primi biografi, portando il pubblico al cuore di una delle vicende più complesse e affascinanti della sua carriera: la lunga, tormentata realizzazione della tomba di papa Giulio II.
Ingresso libero su prenotazione tramite Eventbrite, a partire dalle ore 14 di giovedì 30 ottobre https://www.eventbrite.com/e/biglietti-non-ha-la-par-cosa-tutto-il-mondo-10-11-2025
Nel 1505, Michelangelo ha trent’anni e una fama già affermata grazie agli straordinari capolavori realizzati nel suo primo soggiorno romano come la Pietà vaticana e il Bacco, oggi al Bargello, ma soprattutto grazie all’impresa fiorentina del David, trionfalmente trasportato in piazza della Signoria l’8 settembre 1504. Quando Giulio II, nuovo pontefice energico e ambizioso, gli affida il proprio monumento funebre da collocare nella nuova basilica di San Pietro, l’artista concepisce un’opera monumentale, senza precedenti. Il papa ne è entusiasta e Michelangelo parte subito per Carrara a prelevare un’enorme quantità di marmo. Ma presto, le priorità papali cambiano: la ricostruzione di San Pietro prende il sopravvento e il progetto della tomba viene messo da parte. Deluso e umiliato, Michelangelo lascia Roma. Sarà costretto a tornare, ma da quel momento la sua relazione con l’opera diventa un nodo irrisolto della sua vita: fra interruzioni, ripensamenti e nuovi contratti, la realizzazione del monumento lo accompagnerà per quarant’anni, fino al 1545, quando verrà infine collocato nella chiesa romana di San Pietro in Vincoli, in una forma ridotta e profondamente diversa rispetto all’idea originaria.
È in questo lungo arco di tempo che nascono anche i sei Prigioni, pensati per la versione più ambiziosa della tomba: quattro di essi – Lo Schiavo giovane, Lo Schiavo barbuto, L’Atlante e Lo Schiavo che si ridesta – sono oggi conservati proprio alla Galleria dell’Accademia di Firenze, mentre gli altri due si trovano al Louvre. Opere incompiute, eppure di una forza espressiva travolgente, i Prigioni rappresentano il simbolo stesso della lotta dell’artista con la materia e della tensione creativa tra idea e realizzazione. È attorno a queste sculture, alla loro genesi, al fallimento dell’impresa e alla riflessione sull’artista come creatore e come uomo, che si sviluppa il reading, costruito su testi tratti dalle lettere di Michelangelo, dalle Vite di Giorgio Vasari e dalla biografia di Ascanio Condivi.
Ultimo appuntamento in calendario per L’eterno contemporaneo, lunedì 15 dicembre, alle ore 18 con il concerto a cura del Trio Thesan – arpa, flauto e viola – in collaborazione con il Conservatorio Luigi Cherubini, con musiche di Debussy e Vivaldi, intervallate da letture tratte dalle Rime di Michelangelo.
Proseguono inoltre fino al 3 dicembre, le visite guidate in LIS, “Sculture in Accademia”, e le visite tattili rivolte a persone con disabilità visiva, realizzate in collaborazione con ENS Firenze, UICI Firenze e Stazione Utopia.
