"Ramy è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai", è il coro più scandito dai manifestanti che stasera sono scesi in piazza a Firenze per Ramy Elgaml, il 19enne morto il 24 novembre scorso durante un inseguimento con i carabinieri per le strade di Milano.

Il corteo "Ramy vive" indetto dal movimento Studenti Autorganizzati Firenze è partito dalla biblioteca del campus di Novoli verso le 18.45, guidato da uno striscione con scritto solo "Ramy". I manifestanti, qualche centinaio, hanno percorso via Forlanini, temporaneamente chiusa al traffico, per poi imboccare via di Novoli e percorrerla fino a svoltare in via Torre degli Agli. Polizia e carabinieri si tengono a distanza durante il tragitto del corteo, che alle 19.40 ha raggiunto il Palazzo di Giustizia. 

Fumogeni rossi, cori e slogan per Ramy, contro le forze dell'ordine, i giornalisti e il Governo Meloni accompagnano la manifestazione, che alle 20.20 è tornata al polo universitario, in via Forlanini, che alle 20.30 è stata riaperta al traffico, e dove ora campeggia una grossa scritta su un muro: "Vendetta per Ramy"

Un corteo arrivato in un momento di tensione, dato che nei giorni scorsi in manifestazioni convocate per lo stesso motivo si sono registrati disordini in strada e scontri con la polizia in diverse città italiane, da Torino a Roma, da Milano a Bologna.

In vista della manifestazione Alia ha chiuso i contenitori stradali che si trovano lungo l’itinerario del corteo. A scopo precauzionale, anche alcuni esercizi commerciali nella zona hanno effettuato una chiusura straordinaria anticipata rispetto al consueto orario. 

"Scendiamo per far emergere tutta la nostra rabbia in solidarietà a Ramy, ragazzo ucciso dai carabinieri nel suo quartiere in periferia di Milano - si legge nella nota diffusa su Instagram da Saf - Si sentono tante speculazioni in difesa delle care forze dell’ordine, nonostante la recente pubblicazione del video dell’inseguimento nel quale gli agenti esplicitano l’intenzione di far cadere i ragazzi in motorino per poi esultare quando succede. Proprio per questo ci teniamo a chiarire che non siamo davanti a una tragedia commessa da qualche carabiniere incompetente, ma bensì davanti all’ennesimo caso di violenza sistemica".

"La morte di Ramy non è un caso isolato. È l’ennesima dimostrazione di un sistema violento che calpesta i più vulnerabili, che usa il pugno di ferro contro i giovani delle periferie, i migranti e chiunque non rientri nei suoi schemi, nei suoi canoni".

"La nostra risposta sarà collettiva: nelle strade, nei quartieri, nelle comunità. Perché questa morte non resti impunita, perché nessun altro debba subire lo stesso destino. Vendetta per Ramy!".

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