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Internet Point nasconde una bisca clandestina, sequestrato il locale

Nel locale 9 pc collegati a piattaforme di gioco online prive di licenza

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lunedì 15 aprile 2024 13:18

Nei giorni scorsi, dopo un’intensa attività investigativa, la Guardia di Finanza è entrata in un locale nel Comune di Vinci, ufficialmente qualificato come internet point ma rivelatosi, in seguito, essere una bisca clandestina, gestito da una ditta individuale con titolare un uomo di origine cinese.

 

In particolare, le indagini dalla Guardia di Finanza di Empoli hanno permesso di monitorare le frequentazioni del locale e di acquisire elementi tali da poter ritenere che all’interno venisse esercitata tutt’altra attività rispetto a quella dichiarata. A tali elementi si aggiungevano inequivocabili segnali di prova raccolti sul territorio: un documento condiviso sui social network in lingua cinese in cui veniva sponsorizzata in quella location la vasta gamma di giochi disponibili computerizzati, tra i quali Roulette e Baccarat, nonché la presenza, all’esterno del locale e in prossimità dell’ingresso, di un’apparecchiatura di videosorveglianza e un campanello per il riconoscimento dei clienti. Anche la constatazione dell’installazione di vetri oscurati che non consentivano di vedere l’interno, unitamente a un’assidua frequentazione del locale, tendenzialmente in orari serali e notturni, hanno contribuito a delineare il quadro. 

 

Fatto ingresso nel locale, i finanzieri hanno potuto riscontrare sul campo quanto ipotizzato. Infatti, l’ambiente era organizzato su due ingressi, uno visibile dall’esterno e un secondo, immediatamente successivo all’altro, costituito da una inferriata, avente apposita finalità di filtraggio e di ostacolo a eventuali controlli a opera delle Forze di Polizia. All’interno è stata accertata la presenza di 9 postazioni da gioco, complete di personal computer, monitor e poltrone, nonché di un server utilizzato per permettere ai clienti l’accesso abusivo a siti non rientranti tra quelli monitorati dall’A.A.M.S. (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato), sistema che consentiva agli organizzatori dell’attività illegale di non calcolare, e quindi non versare, l’imposta dovuta all’Erario dalla normativa vigente per ogni singola giocata (c.d. “PREU” - Prelievo Erariale Unico).

 

Il contestuale rinvenimento di una persona intenta a giocare alle slot machine ha permesso ai militari di individuare il funzionamento complessivo dello store: mediante una reception/cassa ubicata all’ingresso del locale e dotata di un tablet, il gestore della sala ricaricava le singole postazioni, già dotate di username e password preimpostate, che permettevano la connessione alla piattaforma di gioco online, dotata di un’interfaccia utente all’avanguardia.

 

All’esito della perquisizione, vista anche l’assenza di qualsiasi autorizzazione necessaria ai fini del T.U.L.P.S., i militari hanno sequestrato il locale, al cui interno sono stati rinvenuti anche circa 6mila euro quale incasso delle puntate dei giocatori della giornata. Denunciati il gestore della sala e il giocatore trovati all’interno, entrambi di etnia cinese, per i quali vale la presunzione di innocenza per tutta la durata del procedimento.
 

 

 
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