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Scoperto a macellare clandestinamente un maiale: denunciato il proprietario di un allevamento

L'uomo, recidivo, avrebbe causato sofferenze non necessarie all'animale

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venerdì 09 febbraio 2024 16:29

I carabinieri forestali di Empoli, durante un servizio di controllo sul territorio, mentre percorrevano via Rio Morto nel comune di Castelfiorentino hanno notato che in un allevamento ovi-caprino era in corso da parte di un uomo la macellazione di un maiale attaccato per le zampe posteriori ad una tettoia. L’uomo è stato identificato come il proprietario dell’allevamento; sul posto erano presenti altre due persone.

 

I carabinieri forestali hanno verificato che il titolare non aveva effettuato la richiesta di nulla osta per la macellazione ad uso familiare prevista dalla normativa di settore, inoltre il suino non risultava registrato presso l’allevamento né aveva marche auricolari che permettessero di desumerne la provenienza. A supporto del controllo, i militari hanno chiesto l’intervento sul posto di medici veterinari dell’Asl di Empoli, competente per territorio.

 

La normativa, fa sapere l'Arma, prevede che gli animali destinati al consumo alimentare debbano essere macellati in stabilimenti riconosciuti e la macellazione ad uso familiare è una deroga, sottoposta a determinate condizioni, non rispettate nel sito controllato. Infatti, non era stato effettuato il preventivo stordimento dell’animale, non era stata presentata la richiesta di nulla osta nelle 72 ore precedenti la macellazione né erano presenti le condizioni igienico sanitarie minime, tutti requisiti che devono essere dichiarati nell’atto autorizzativo, presentando regolare documentazione che attesti la provenienza dell’animale e la registrazione in Banca dati nazionale.

 

I carabinieri forestali hanno quindi contestato al titolare dell’allevamento ed esecutore materiale il reato di macellazione clandestina previsto dal D. Lgs. 193/2007, in materia di sicurezza alimentare. Inoltre, non essendo stata rispettata la normativa di protezione degli animali durante la macellazione, quale appunto il preventivo stordimento, i militari hanno ritenuto che fossero state causate, durante l’uccisione, sofferenze non necessarie all'animale (taglio della gola con successivo dissanguamento), contestando anche il reato di uccisione di animale, sancito dal codice penale.

 

Gli stessi reati erano già stati contestati all’uomo qualche anno fa.

 

 

 
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