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Meyer, sit in e petizione per chiedere le dimissioni di Carrai. I dipendenti rendono gli ombrelli

Alcuni dipendentidell'ospedale hanno riconsegnato un ombrello, regalo della Fondazione Meyer

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lunedì 29 gennaio 2024 17:34

Si sono trovati questa mattina davanti all'ospedale Meyer "per consegnare le firme di 10mila persone concordi all’esonero del console dalla fondazione". 

 

E' il sit in che si è tenuto questa mattina fuori dall'ospedale pediatrico, orgnizzato da Sanitari per Gaza Firenze CUB Sanità, Comitato Io Non Ci Sto Comunità Palestinese, Assopace Palestina, Associazione amicizia italo palestinese ARCI Città Visibili, Medicina Democratica Firenze, in dissenso verso la nomina alla presidenza della Fondazione Meyer di Marco Carrai, già console onorario di Israele.


La consegna delle firme è avvenuta insieme alla restituzione degli ombrelli, circa 130, da parte di un gruppo di dipendenti dell’Ospedale Pediatrico Meyer. I lavoratori hanno fatto il gesto di rendere l’ombrello della Fondazione Meyer, che era stato donato loro dall’Azienda, per richiedere le dimissioni immediate del Sig. Marco Carrai da Presidente della Fondazione.

 

"Ogni giorno dieci bambini perdono un arto senza l’ausilio di anestesici ed analgesici. Le incubatrici nei reparti di cura intensiva neonatale funzionano ad intermittenza a causa dei blocchi di forniture di carburante e dei bombardamenti. Intanto fa freddo, la fame dilaga e non c’è luogo  sicuro dove ripararsi. Tutto ciò non è un “male necessario”. La sofferenza e l’accanimento sulla popolazione civile tolgono il fiato. Come cittadini del mondo la mancanza di umanità  a cui stiamo assistendo e la mancata risposta a  questa brutalità ci spinge ad agire. A fare sentire la nostra voce, a boicottare i prodotti  che finanziano lo stato di Israele che sta agendo  impunemente un genocidio. A premere per boicottaggi accademici e culturali e  sanzionare lo stato di Israele", si legge nella nota degli organizzatori del presidio".


"Nel nostro piccolo così mostriamo la nostra contrarietà al massacro in atto. Così mostriamo la nostra solidarietà al popolo palestinese. Così nel nostro piccolo ribadiamo che chi rappresenta  lo Stato di Israele non può coerentemente essere  una figura di rilievo in un ospedale pediatrico. Non dopo tutto quello che abbiamo visto... bambini  uccisi, in lacrime, ustionati, feriti, tirati fuori dalle  macerie, brutalizzati dalle forze armate. Abbiamo deciso, per mostrare la nostra contrarietà di compiere dei piccoli gesti, ma che messi insieme  mandano un messaggio. Abbiamo deciso di firmare una petizione. Mentre una parte dei dipendenti del Meyer hanno deciso di rendere l’ombrello che la fondazione ha regalato loro per Natale in segno di protesta. Piccoli gesti, insieme forti".
 


Sulla vicenda intervengono Dmitrij Palagi, Antonella Bundu, consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune. "La restituzione degli ombrelli del Meyer, per protesta rispetto alla nomina del Console onorario a Presidente della Fondazione, merita ascolto. Invece assistiamo a una delegittimazione costante delle istanze pacifiste. Non c'è disponibilità al dialogo. Si disconoscono le ragioni della mobilitazione, utilizzando impropriamente, e per noi irresponsabilmente, la categoria di antisemitismo. Proprio perché il razzismo è un problema delle nostre società, proprio perché c'è una categoria specifica di odio che colpisce ebree ed ebrei, è importante evitare confusione. Il Console onorario di Israele ha spesso attaccato anche il nostro gruppo consiliare. Però non ci risulta abbia mai criticato la violenza dello Stato di Israele in corso a Gaza, anzi sono state alimentate dinamiche di divisione anche in città, dove è importante che non dialoghino solo le comunità religiose ma anche le diverse parti politiche (soprattutto se istituzionali). Sono state raccolte oltre 10.000 firme, ma la politica locale tace, nonostante la Regione e il Comune abbiano un ruolo (nel Meyer e nella Fondazione). Alle lavoratrici e ai lavoratori, così come alla cittadinanza, la nostra solidarietà. Chiedono pace, chiedono rispetto dei diritti umani, ma ricevono in cambio considerazioni al limite dell'ingiuria".

 

 

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