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No al caro bollette, a Firenze la mobilitazione delle imprese del terziario e dell'artigianato

Attesi 400 imprenditori da tutta la Toscana per il confronto ideato dalle associazioni di categoria regionali 

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mercoledì 09 novembre 2022 18:26

"No al caro bollette", è il grido delle piccole imprese che si leva da Firenze, e che ora chiedono al Governo interventi urgenti e risolutivi per salvare se stesse e l’occupazione. Lo faranno di fronte ai parlamentari appena eletti nei collegi elettorali toscani, tutti convocati all'assemblea che si terrà lunedì 14 novembre alle ore 10.30 nell’auditorium Al Duomo di via de’ Cerretani. Un’iniziativa ideata dalle associazioni di categoria regionali CNA, Confartigianato Imprese, Confcommercio, Confesercenti che per l’occasione promettono di portare nel capoluogo almeno 400 imprenditori da tutta la Toscana. 

 

L’obiettivo dichiarato della mobilitazione è rafforzare il pressing che le confederazioni nazionali della piccola impresa stanno già facendo al nuovo Governo, ma stavolta ripartendo da un confronto diretto con i parlamentari che rappresentano la Toscana sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama. A loro saranno affidate nuovamente preoccupazioni e desiderata della categoria, con il caldo invito a farsene portatori a Roma.

 

A snocciolare criticità congiunturali e di sistema dal palco dell’auditorium Al Duomo saranno i presidenti delle quattro associazioni: Luca Tonini per CNA Toscana, Luca Giusti per Confartigianato Imprese Toscana, Aldo Cursano per Confcommercio Toscana e Nico Gronchi per Confesercenti Toscana. I quattro metteranno sotto i riflettori i vari fattori di crisi che in questi mesi stanno minacciando la sopravvivenza di oltre 880mila micro e piccole imprese in Italia, per un totale di 3.529.000 addetti che potrebbero perdere il lavoro. In Toscana le imprese a rischio sono 63mila, per un totale di 228mila occupati.  

 

Fra i temi caldi al centro del dibattito non ci sarà però solo il caro bollette, per quanto sia una delle emergenze più stringenti da affrontare, ma anche l’aumento dei costi delle materie prime, l’inflazione, la crisi dei consumi, le carenze logistiche ed infrastrutturali, le difficoltà legate al credito e alla ricerca di manodopera. Sullo sfondo, il difficile quadro internazionale aggravato dalla guerra in Ucraina, ma pure alcuni motivi di speranza, come le opportunità di crescita offerte a territori ed economia dai finanziamenti del PNRR.  

 

 

 
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