Peste suina africana, in Toscana attivata l’unità di crisi regionale
Attivata l'unità di crisi sanitaria
venerdì 14 gennaio 2022 19:20
E’ alta l’attenzione in Toscana sulla peste suina africana (PSA) dopo che in Piemonte e Liguria sono saliti a 114; mentre è allo studio un’ordinanza per mettere in atto le procedure e i protocolli necessari nelle zone limitrofe alle zone a rischio coincidenti con la provincia di Massa-Carrara, la Toscana ha attivato l’unità di crisi sanitaria per le emergenze epidemiche che riunisce Asl, Istituto zooprofilattico e Regione, sia a livello regionale che locale.
L’assessorato regionale al diritto alla salute e quello all'agricoltura e alla caccia avvieranno un’operazione di sorveglianza passiva grazie alla quale gli operatori, coordinati dalle locali ATC e dall’Asl Nord Ovest, con apposito kit distribuito dalla Asl per operare in biosicurezza, avranno il compito di cercare e segnalare sul territorio carcasse di cinghiale e analizzarle. L’obiettivo è il tempestivo riscontro dell’infezione.
Ieri, giovedì 14 gennaio, in una riunione alla presenza degli assessori all’agricoltura Stefania Saccardi e al diritto alla salute Simone Bezzini, è stato avviato il percorso di costruzione di una task force (che vedrà coinvolti gli uffici delle direzioni sanità, agricoltura, ambiente e protezione civile) che sarà riunita in forma permanente e si confronterà con le Forze dell’ordine, gli Enti parco e le associazioni di categoria agricole e venatorie.
Da tempo la Regione Toscana sta monitorando l’evoluzione del pericolo PSA. In questo contesto si inserisce il recente bando da 4 milioni di euro dell’assessorato all’agricoltura, destinato alla realizzazione di idonee recinzioni in grado di limitare le interazioni fra i suini allevati e gli ungulati selvatici (principalmente cinghiali) potenziali vettori di peste suina africana.
L’estate scorsa, su iniziativa dell'assessorato al diritto alla salute, è partito un percorso di approfondimento sulla sorveglianza e la prevenzione della diffusione di PSA con le forze dell’ordine, il direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, i direttori della sanità animale delle Asl e i responsabili dei settori regionali competenti perché ciascuno, secondo la sua professionalità, possa aver modo di rafforzare il proprio ruolo in una rete di prevenzione, controllo e di lotta contro questo rischio sanitario.
Insieme al settore faunistico regionale, Asl e Istituto zooprofilattico sono stati poi preparati corsi di informazione e formazione rivolti ai capisquadra delle squadre di caccia al cinghiale e, sempre in estate, si sono tenuti corsi di informazione destinati agli allevatori e ai Consorzi di tutela del marchio.
Immagine presa da Google Maps