Firenze, muore 49enne e la famiglia dona gli organi. Nel 2017 280 trapianti
Nel 2017 nell'Ausl Toscana Centro ci sono stati 273 donatori
lunedì 12 marzo 2018 11:55
Aveva una grave lesione cerebrale, ed è morto all’ospedale San Giovanni di Dio a 49 anni. Era un cittadino dello Sri Lanka e la scelta della sua famiglia, che non si è opposta alla donazione degli organi, ha salvato tre persone, che hanno attivato il percorso di donazione e trapianto.
Questo gesto, fa sapere l'Ausl Toscana Centro in una nota, ha permesso il trapianto di fegato nel Centro trapianti di Pisa in una donna di 53 anni e dei due reni in due uomini di 37 e 45 anni, nei centri trapianti di rene di Firenze e Siena.
Quello che è successo al San Giovanni di Dio per il 49enne cingalese, si è ripetuto dall’inizio del 2018 per altri 10 potenziali donatori di organi - di questi solo cinque, però, sono risultati idonei per il prelievo – individuati negli ospedali dell’Azienda.
“La fiducia nel nostro sistema sanitario – dichiara Alessandro Pacini, direttore della struttura donazioni e organi trapianti dell’Azienda Usl Toscana Centro – unita alla professionalità degli operatori sanitari e a tanta solidarietà, sono gli ingredienti che rendono possibili questi eccezionali risultati”.
Nel 2017 i donatori individuati in tutte le strutture sanitarie aziendali, ospedali e Hospice sono stati 273, che hanno consentito di trapiantare 280 pazienti in lista di attesa per trapianti di organi e tessuti. In alcuni casi i donatori avevano un’età anche di oltre 95 anni, molti superiore agli 80 anni, a confermare che non c’è nessun limite di età per essere donatori.
Il dato dei 275 donatori arriva, nello specifico, dagli otto ospedali dell’Azienda Usl Toscana Centro che sono sedi di Rianimazione e dove sono stati individuati 87 donatori di organi: 23 al Santo Stefano di Prato, 12 al San Jacopo di Pistoia, 4 ai S.S. Cosma e Damiano di Pescia, 20 al San Giuseppe di Empoli, 12 al San Giovanni di Dio, 5 al Santa Maria Annunziata, 9 a Santa Maria Nuova e 2 a Borgo San Lorenzo. Grazie a loro è stata salvata la vita a 73 pazienti che erano in attesa nei vari ospedali italiani: 42 sono stati i trapiantati di fegato, 28 di rene, 1 di cuore e 2 di polmone.
Molte sono state le donazioni delle cornee: questo tessuto estremamente delicato è stato prelevato da 186 donatori negli ospedali dell’Azienda e trapiantato in 166 pazienti nei vari ospedali italiani. I restanti 41 pazienti trapiantati nel 2017 hanno ricevuto donazioni da 15 donatori di tessuto cutaneo e da 1 donatore di tessuto osseo che sono stati individuati nelle strutture sanitarie aziendali e che hanno salvato la vita di molti pazienti ricoverati nei Centri grandi ustionati.
“Abbiamo un Servizio Gestione Percorso Trapianti che è interno alla nostra struttura di donazione trapianti – aggiunge Pacini – attraverso il quale prendiamo in carico i pazienti in lista di attesa e quelli già trapiantati sia dal punto di vista clinico sia amministrativo-burocratico. Si tratta di un servizio funzionale ad attivare i meccanismi di integrazione fra i vari professionisti, i medici di medicina generale, per esempio, quando il paziente, dopo il ricovero in ospedale, rientra nel proprio contesto familiare. L’iniziativa è partita su Firenze ma si sta estendendo in tutte le strutture dell’Azienda e si va ad integrare con le necessità anche dell’area vasta, quindi anche con Careggi e il Meyer”.
Cosa fare se si vuole esprimere la propria volontà di donare. La propria volontà di donare può essere espressa attraverso una dichiarazione scritta da far registrare sul Sistema Informatico Trapianti ai punti Cup della Asl ma, in qualsiasi momento, anche presso gli Uffici comunali. Nella Asl Toscana Centro attualmente sono già state raccolte circa 5000 dichiarazioni di volontà negli Uffici della Asl ed oltre 30.000 negli Uffici comunali. Altre 30.000 dichiarazioni sono state accolte dall’Aido.
“E’ importante – conclude Pacini – che ogni cittadino esprima la propria volontà in vita, in quanto, in caso di decesso, siamo tutti potenziali donatori ed è importante evitare che i nostri familiari debbano decidere per noi”.