Cosimo de' Medici, il Vecchio
La vita del pater patriae
lunedì 01 agosto 2016 12:49
Cosimo de' Medici, detto il Vecchio nacque a Firenze il 27 Settembre 1389. Fu il capostipite della potenza politica della famiglia Medici e colui che consolidò anche l'impero economico di questa potente dinastia.
Il suo avvento sulla scena fiorentina avvenne nel 1420 quando il padre Giovanni si ritirò dal “Banco dei Medici” lasciando la gestione degli affari a Cosimo e al fratello Lorenzo. Cosimo espanse l'impero del Banco dei Medici in tutta Europa fondando filiali a Bruges, Londra e Parigi; ma rifiutò pubblicamente importanti cariche pubbliche.
Attraversò il clientelismo e la corruzione, ma sempre mantenendo un basso profilo per non attirarsi lo sfavore della popolazione e dei nemici, Cosimo riuscì ad ottenere molto potere. Dopo la morte del padre Giovani nel 1429 divenne capo a tutti gli effetti della famiglia Medici e lavorando nell'ombra fondò un vero e proprio partito che aveva come obiettivo l'eliminazione della famiglia degli Albizzi e degli Strozzi che detenevano il potere sulla repubblica fiorentina.
Dopo molti tentativi, le due famiglie rivali riuscirono a fare arrestare Cosimo nel 1433 con l'accusa di voler ripristinare la tirannia. Cosimo usò la sua diplomazia per ribaltare la situazione: si rifiutò di mangiare il cibo temendo fosse avvelenato ed ottenne così di poter avere le pietanze da casa e, grazie a questo minimo canale di comunicazione con l'esterno, riuscì a organizzare una protesta cittadina in modo da costringere gli Albizzi e gli Strozzi a commutare la sua pena: dalla morte all'esilio.
Cosimo si recò a Pavia e poi a Venezia dove visse una vita agiata, tessendo mille intrighi per indebolire il potere dei nemici a Firenze che caddero inevitabilmente. Cosimo fu richiamato a Firenze, ove rientrò in trionfo il 6 Ottobre 1434,
L'uomo non divenne mai, almeno formalmente, padrone di Firenze. Tuttavia fece espellere dalle pubbliche cariche e i suoi nemici e fece eleggere personaggi a lui fedeli, istituì il Consiglio dei Cento ( un organo che aveva il compito di vagliare le leggi prima che passassero al Consiglio del Popolo) e grazie al clientelismo e al mecenatismo costruì una nuova generazione di politicanti e di classe dirigenti.
Firenze rifiorì anche da un punto di vista artistico sotto Cosimo: a lui si deve il Convento di San Marco, la basilica di San Lorenzo, la Badia Fiesolana, la Biblioteca Laurenziana, il palazzo di Via Larga. Cosimo iniziò la famiglia Medici al mecenatismo e alla cura e ricercatezza di nuovi talenti che porterà Firenze a diventare la culla del Rinascimento.
La politica estera di Cosimo vide due grandi alleati: prima con Venezia contro Milano e poi con Milano verso Venezia. Cosimo, infatti, era perfettamente in grado di far fronte alla frammentazione geo politica della penisola italiana.
Nel 1439 riuscì a convincere – con grande elargizioni di denaro- Papa Eugenio IV a spostare il Concilio sull'unione fra la chiesa bizantina e latina a Firenze; questo fece parlare della città toscana come la “Nuova Atene” ed ispirò Benozzo Gozzoli per il suo celeberrimo ciclo d'affreschi della Cappella dei Magi.
Ritiratosi gradualmente dagli affari come fece suo padre, lasciò il potere nelle mani del figlio Giovanni che scomparse prematuramente nel 1463. Cosimo puntò allora tutte le sue speranze sul giovane nipote Lorenzo.
Il 1° Agosto del 1464 Cosimo morì nella sua villa di Careggi; la Signoria desiderava un solenne funerale, ma il figlio Piero negò il consenso seguendo le ultime volontà paterne.
Tuttavia Cosimo ottenne il nome di Pater Patriae sulla lastra della sua tomba realizzata dal Verrocchio, lastra dinnanzi all'altare della Basilica di San Lorenzo, in un luogo che nelle basiliche cristiane era di solito riservato alle reliquie dei santi ai quali era dedicata la chiesa. La tomba si trova però nella cripta della Basilica.