Salario minimo, il Governo decide di impugnare la legge toscana

Alcune disposizioni 'In contrasto con la normativa statale in materia di tutela della concorrenza'. I parlamentari Pd: 'Rancore Meloni senza limiti'. Danti. 'Scelta vergognosa'

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martedì 05 agosto 2025 17:54

Il Governo impugna la legge regionale toscana sul salario minimo.

 

"Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha esaminato trentadue leggi delle regioni e delle province autonome e ha quindi deliberato di impugnare: la legge della Regione Toscana n. 30 del 18/06/2025, recante “Disposizioni in materia di tutela dei lavoratori nei contratti pubblici di appalto di competenza regionale. Modifiche alla l.r. 18/2019”, in quanto talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di tutela della concorrenza, violano l’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione", si legge nel comunicato diffuso dalla Presidenza del Consigliod dei Ministri dopo il Cdm.

 

La decisione è stata presa nel Consiglio dei Ministri di lunedì 4 agosto 2025.

 

Si tratta della legge numero 30 del 18 giugno 2025 che ha introdotto nelle gare regionali ad alta intensità di manodopera basate sul criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, un criterio premiale per le aziende che applicano un salario minimo orario non inferiore a 9 euro lordi. 


"Ormai il governo Meloni è diventato soltanto un organo di propaganda politica: dopo aver annunciato la Zes nelle Marche nel disperato tentativo di nascondere i disastri della destra nella Regione, adesso tenta di affossare per l'ennesima volta le riforme della giunta Giani in Toscana. Dopo aver impugnato poche settimane fa la norma regionale sul 'fine vita' adesso blocca la legge sul 'salario minimo' che avrebbe assicurato a tutti i bandi di gara propri e di tutti gli enti collegati almeno 9 euro all'ora ai lavoratori coinvolti. Siamo francamente sconcertati da un governo ormai fuori dalla realtà, immobile ed incapace di dare risposte alle necessità delle famiglie ed ai diritti delle persone. Con questi atti punitivi la destra conferma che sa utilizzare il potere soltanto per reprimere e punire chi governa per aiutare le comunità. Non ci faremo intimidire, perché il bene del paese viene prima del rancore e della propaganda": è quanto riporta una nota congiunta dei parlamentari Pd Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Federico Gianassi, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Christian Di Sanzo, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.

 

"La destra continua a dire no al salario minimo e ha impugnato la legge della Toscana. Una scelta scellerata e profondamente ingiusta, che ignora il grido d’allarme che arriva dal mondo del lavoro". Così l'assessore al lavoro Dario Danti commenta la decisione del governo. "Quello che non vuol fare il governo nazionale lo abbiamo fatto noi a Firenze con una misura concreta per fermare il lavoro povero pagato con i soldi pubblici - ha aggiunto Danti - si tratta di uno strumento innovativo ed anche il Comune di Genova ci è venuto dietro. Se il contratto di riferimento non garantisce nove euro all’ora, noi riusciamo a garantirle ai lavoratori degli appalti comunali grazie a un meccanismo premiale in fase di appalto che assegna 10 punti alle ditte che volontariamente aderiscono al salario minimo. Sono già una cinquantina i lavoratori che ne usufruiscono e abbiamo già fatto una riunione per introdurlo negli appalti di città metro”.

 

"In Italia ci sono milioni di lavoratrici e lavoratori che sono poveri anche se lavorano - ha concluso l'assessore - è una vergogna far finta di non vederli, cercando tutte le scuse possibili per dare il via libera a una scelta di civiltà. Noi a Firenze continueremo a lavorare per ridare dignità e sicurezza a chi lavora”. 

 

 

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