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'Toscana diffusa', illustrata la proposta di legge per sostenere e valorizzare le aree periferiche

Si partirebbe con un pacchetto di circa 120 milioni di euro per dare avvio, nei prossimi mesi, a tutta una serie di interventi infrastrutturali

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venerdì 23 agosto 2024 16:33

Una proposta di legge che ha l’obiettivo di creare il quadro normativo ed economico per rendere strutturali e organici tutti gli interventi che la Regione sta adottando ed adotterà in favore delle aree periferiche della Toscana: questo è l'obiettivo della cosiddetta  ‘Toscana diffusa’ illustrata oggi, venerdì 23 agosto, dal presidente Eugenio Giani a Palazzo Strozzi Sacrati.

 

La 'Valorizzazione della Toscana diffusa' è la proposta di legge , in tutto 8 capi e 27 articoli, che la giunta regionale dovrebbe approvare nella prossima seduta.  Gli obiettivi sono duplici: promuovere uno sviluppo equilibrato del territorio toscano e salvaguardare la sua diffusa specificità, sostenendo i territori più fragili e le comunità che li abitano.  

 

“Dato che le misure che la Regione ha messo in atto per tutelare queste aree più periferiche hanno avuto ottimi risultati – ha detto -, la legge che sarà discussa in Consiglio regionale ha lo scopo di darà organicità a tutti questi interventi e soprattutto annullare il divario che queste aree scontano rispetto a quelle più densamente popolate in termini di servizi e opportunità. Una legge che crea il quadro normativo ed economico per sviluppare e strutturare questa pianificazione in favore di 172 comuni, sui 273 totali”.

 

“Per raggiungere gli obiettivi – ha aggiunto Giani - saranno coordinate, con forme di premialità o priorità nei bandi fino alla previsione di uno specifico stanziamento di risorse, le risorse regionali e le linee territoriali strategiche di intervento dei fondi europei, insieme ad altri strumenti di sostegno nazionali che perseguono le medesime finalità (tra gli altri, il Pnrr, il Fondo di Sviluppo e Coesione, il Fondo per la Montagna). Si parte con un pacchetto di circa 120 milioni di euro per dare avvio, nei prossimi mesi, a tutta una serie di interventi infrastrutturali per i territori più periferici che sarà successivamente incrementato con ulteriori risorse a favore dei vari interventi previsti dalla legge”.

 

Nel primo capo la proposta di legge delinea le principali linee di intervento negli ambiti ritenuti essenziali, ovvero quelle condizioni per l’accesso a infrastrutture e servizi che garantiscono a chi vive e abita questi territori le stesse opportunità (di tutela della salute e di benessere psicofisico, di educazione e istruzione, formazione e sviluppo professionale) e gli stessi livelli di servizi (sociosanitari e assistenziali, ma anche digitali), a cominciare dai collegamenti materiali (trasporti) e immateriali (telecomunicazioni).

 

Seguono poi una serie di disposizioni che mirano a garantire non solo lo sviluppo, ma anche la resilienza e la ‘restanza’ in questi luoghi. Da un lato sono previste misure per la rigenerazione del tessuto urbano e sociale, per favorire il rilancio economico (agricolo ed extra agricolo) e combattere la desertificazione commerciale, assicurare funzioni di presidio del territorio rivitalizzando, anche in chiave produttiva e/o turistica, immobili in disuso o a rischio di abbandono (ad esempio le stazioni ferroviarie e le loro pertinenze) insieme ai soggetti che li gestiscono. Dall’altro si interviene sulle comunità con un sostegno alla residenzialità dei cittadini e delle imprese, facilitando l’acquisto o l’affitto di immobili.

 

Il supporto a territori e comunità è assicurato anche in chiave energetica (in termini di efficientamento, approvvigionamento da fonti rinnovabili anche con il concorso delle comunità stesse, e di contrasto alla povertà energetica) e di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico, altro obiettivo chiave da centrare mediante interventi diretti per gli enti locali, i cittadini e le imprese (anche sotto forma di indennità compensative), o tramite progetti che coinvolgono soggetti pubblici e privati.

 

L’identità dei luoghi passa anche dalla conservazione e valorizzazione del patrimonio territoriale, genomico o edificato e dei luoghi diffusi della cultura, la cui salvaguardia viene affidata sia all’azione pubblica, attraverso un inserimento in percorsi espositivi e narrativi nella rete di musei grandi e piccoli presenti sul territorio, che a singoli soggetti (custodi dell’ambiente e del territorio) o comunità che saranno coinvolti attivamente nella gestione.

 

Due gli strumenti per monitorare nel tempo le iniziative promosse: un osservatorio partecipato dalle realtà associative toscane, pubbliche e private, ed una relazione finale di mandato sugli interventi realizzati.

 

 

 
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