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Restituiti quattro dipinti rubati da una chiesa di Barberino nel 2000

Sono tra i 16 dipinti restituiti dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale a chiese e privati nel centro nord Italia

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martedì 12 dicembre 2023 12:30

Sono sedici i dipinti di pregiata fattura che sono stati restituiti dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Firenze ai legittimi proprietari.  

 

Tra le tele anche 4 dipinti olio su tela, in cornice ottagonale, cm.115x85, rubati tra il 16 e ed il 26 aprile 2000 dalla Chiesa di Santa Maria a Vigesimo di Barberino del Mugello (Firenze).  

 

La complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, è durata circa un anno e ha permesso di rinvenire nella disponibilità di un noto imprenditore umbro, le sedici opere d’arte. Le indagini sono iniziate grazie al quotidiano e meticoloso controllo dei siti internet di settore e anche, come in questo caso, di immagini relative a palazzi o edifici storici, utilizzate per altri scopi. Nello specifico, sulla pagina web della struttura ricettiva dell’imprenditore, usata per banchetti e ricevimenti, i militari dello speciale Nucleo hanno notato, affisse alle pareti del salone, due delle tele asportate alla Chiesa di Santa Maria a Vigesimo di Barberino.  

 

Durante una successiva fase investigativa, in seguito a una perquisizione delegata dall’Autorità Giudiziaria ed eseguita nel Comune di Umbertide (PG), sono state rinvenute le restanti 12 opere. È stato possibile riscontrare nell’immediatezza dell’attività la provenienza furtiva dei beni sequestrati, grazie agli accertamenti svolti in tempo reale, mediante la consultazione della “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.  

 

E' stata constatata, inoltre, l’estraneità ai fatti per l’imprenditore il quale è risultato essere stato raggirato da un noto ricettatore, oggi deceduto e che viveva nella provincia di Perugia. Quest’ultimo, sicuro che l’imprenditore non le avrebbe mai messe in commercio, nel corso del tempo gli aveva venduto le sedici opere d’arte garantendone la lecita provenienza. Data la natura giuridica dei beni ecclesiastici e di quelli appartenenti agli enti pubblici, ovvero il  loro essere inalienabili ai sensi dell’art. 54 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, le opere sono state restituite alle Chiese e al Comune dove erano collocate. Inoltre, anche i beni appartenenti a privati sono stati restituiti ai legittimi proprietari o eredi.  

 


 

 
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