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Emergenza urgenza e guardia medica, al via la riforma toscana

Verso l’istituzione del nuovo numero unico 116117 da chiamare per esigenze sanitarie non urgenti

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martedì 13 dicembre 2022 09:17

Nuove linee di indirizzo per un modello unico per tutta la Toscana del sistema dell’emergenza sanitaria territoriale, ovvero ambulanze e mezzi di soccorso, e la riorganizzazione del servizio di continuità assistenziale garantito dalle guardie mediche (o medici del ruolo unico di assistenza primaria a ciclo orario, come si chiamano adesso) a cui si affiancherà l’istituzione del nuovo numero unico 116117 da chiamare per esigenze sanitarie non urgenti.  

 

La giunta regionale, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, ha approvato i nuovi indirizzi e le linee programmatiche, che poi le aziende sanitarie dovranno nei prossimi quattro mesi recepire e declinare.  Seguirà poi un monitoraggio semestrale, per misurare l’impatto nel tempo della riforma. 

 

“Abbiamo affrontato la pandemia, abbiamo garantito uno dei massimi gradi di resilienza del sistema sanitario nel Paese ed ora ci proiettiamo nel futuro con una stagione di cambiamenti e riforme – sottolineano il presidente Giani e l’assessore Bezzini – l’attività del privato accreditato qualche settimana fa, l’emergenza urgenza e continuità assistenziale adesso e a fine anno il nuovo modello della sanità territoriale”. 

 

L’emergenza urgenza. “Negli anni l’emergenza urgenza si è sviluppata con progetti locali che hanno generato modelli disomogenei nei vari territori, in alcuni casi superati - spiegano il presidente Giani e l’assessore Bezzini - Non si tratta di tagliare, quanto di rioganizzare e distribuire al meglio i professionisti su cui il sistema può contare, garantendo qualità degli interventi in modo diffuso e puntando sul ruolo chiave dell'automedica”.   

 

L’attuale rete dell’emergenza conta sull’intero territorio regionale (dati al 30 giugno 2022, una media sulle 24 ore) 46 automediche, 32,5 ambulanze con medico a bordo e 39,5 con infermiere: in tutto 118 mezzi di soccorso avanzato (a cui si aggiungono, in supporto, altri 170 mezzi in disponibilità con equipaggi di soli soccorritori).

 

Con la riorganizzazione potrebbero diventare 123,5 i mezzi di soccorso avanzato con personale sanitario a bordo a disposizione ogni giorno (naturalmente si tratta ancora di una media sulle 24 ore): 51,5 automediche, 9,5 medicalizzate,  62,5 con infermiere (ed altri 176 con equipaggio di soli soccorritori a supporto del 118). Il medico non scompare ma si muoverà con l’automedica ed affiancherà le ambulanze a seconda delle necessità. 

 

Continuità assistenziale. Accanto alla riorganizzazione dell’emergenza territoriale, c’è quella della continuità assistenziale, con l'introduzione del numero unico 116117. Attualmente il ricorso al servizio di guardia medica  è molto variabile. La maggior richiesta di prestazioni si concentra dalle 20 alle 24 (e molte meno da mezzanotte alle otto di mattina, durante cui i casi si risolvono prevalentemente tramite consiglio telefonico).

 

La riorganizzazione prevede il mantenimento del servizio su tutto il territorio regionale nei giorni prefestivi e festivi dalle 8 alle 24  e dalle 20 alle 24 nei giorni feriali, garantendo dopo mezzanotte una modalità di servizi rimodulata. Attraverso infatti il coordinamento delle chiamate effettuato dall 116117 sarà garantita ovunque l’erogazione delle prestazioni sanitarie appropriate, mentre saranno opportunamente filtrate le richieste non sanitarie. In alcune aree geografiche rimarrà in ogni caso attivo anche il servizio di continuità assistenziale notturno (dopo le 24): in quei territori dove più numerose sono le chiamate, dove i collegamenti sono più complicati oppure dove operano case di comunità principali, anche nelle aree dove i flussi turistici determinano un grosso incremento della popolazione rispetto ai pochi residenti. 

 

Le ore liberate attraverso la riorganizzazione, spiega la Regione, saranno utilizzate per garantire il servizio di continuità assistenziale in tutte le postazioni che ad oggi risultano solo parzialmente coperte per carenza di personale medico, ma potranno essere utili anche per attribuire incarichi provvisori, soprattutto  nelle aree interne e più periferiche dove non è stato possibile sostituire il medico di famiglia andato in pensione e per rafforzare l'assistenza nel territorio nelle ore diurne a favore  dei malati cronici ed oncologici. Così, nella volontà della Regione, si frenerà anche il ricorso improprio all’emergenza urgenza o ai pronto soccorso.  

 

Inoltre, in prossimità dei pronto soccorso di alcuni ospedali (magari quelli medi), selezionati da un apposito gruppo di lavoro regionale e con l’eventuale presenza di personale infermieristico, potranno essere sperimentate, in accordo e con modalità condivise con i professionisti, postazioni di continuità assistenziale. Un filtro, di nuovo, utile a ridurre gli accessi impropri, fornendo assistenza per i codici minori. 

 

“Anche in questo caso – sottolineano il presidente Giani e l’assessore Bezzini – l’obiettivo è migliorare l’assistenza offerta ai cittadini, raccogliendo, come è stato, anche alcuni suggerimenti e indicazioni durante la fase di ascolto che ci hanno portato modificare, in parte, la proposta iniziale”.

 

 

 
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