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Inchiesta fornitura mascherine a Regione e Protezione Civile, la precisazione di Estar

Milioni di mascherine sequestrate: la nota dell'Ente regionale e la polemica politica

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sabato 13 giugno 2020 19:14

Ha fatto rumore l'indagine che ha portato ad arresti e sequestri a Prato per sfruttamento del lavoro e frodi nelle pubbliche forniture di mascherine. Estar, l'Ente di Supporto Tecnico Amministrativo Regionale, precisa che "all’inizio del periodo di emergenza Covid19, databile in Toscana con l’ultima settimana di febbraio, Estar e le Aziende Sanitarie hanno dovuto affrontare oltre alla situazione sanitaria anche gli aspetti relativi alla assoluta mancanza di dispositivi medici e di protezione da destinare agli operatori, ciò a causa delle mancate consegne da parte dei fornitori ‘abituali’ legate, più che altro, alla emergenza in Cina e negli altri paesi".

 

"Estar ha attivato, per sopperire a tali difficoltà di reperimento di mascherine chirurgiche provenienti dai fornitori ‘abituali’, forniture locali di mascherine in TNT da 30 grammi a 3 strati bianche, denominate ‘Toscana 1’, che nulla hanno a che vedere con quelle di cui si parla negli articoli in questione. Infatti tali mascherine sono state testate dal Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze per quanto riguarda il potere di filtraggio e dal Laboratorio Pointlab, come riportato nell’Ordinanza Presidenziale n. 17, che prevedeva, altresì, che le stesse fossero utilizzate in sanità in mancanza delle altre classificate come Dispostivi Medici. Le mascherine prodotte sono state fornite alle aziende sanitarie nel periodo da fine febbraio alla prima settimana di aprile in mancanza o ad integrazione delle ‘ordinarie’ mascherine chirurgiche".

 

"Non corrisponde al vero quindi che le ‘mascherine fuorilegge sono andate anche in sala operatoria’, perché Estar ha consegnato, nel periodo da fine febbraio ad inizio aprile alle sale operatorie ed ai reparti Covid delle aziende, prioritariamente le poche quantità disponibili di mascherine chirurgiche (ricordiamo altresì che l’attività chirurgica ordinaria era interamente sospesa). Agli altri sanitari Estar ha consegnato le migliori mascherine che si potessero reperire sul mercato in quel momento, essendo esse state testate preventivamente con successo da un laboratorio universitario".

 

"Dopo la prima settimana di aprile, a seguito anche della ripresa delle forniture di mascherine ‘ordinarie’ e dei primi arrivi da parte del Commissario per l’Emergenza, le mascherine in TNT sono state interamente destinate alla distribuzione gratuita ai cittadini toscani tramite la Grande Distribuzione Organizzata e la rete delle farmacie toscane. Per queste mascherine cosiddette ‘protettive’ ricordiamo non ci sono particolari norme di attestazione o certificazione essendo ammessa, dall’Istituto Superiore di Sanità, anche la autoproduzione ‘casalinga’ e ricordando comunque che tutte le mascherine avevano superato il test dell’università", continua Estar.

 

"Estar-Regione Toscana quindi ha ordinato ed ottenuto dai fornitori individuati, tra cui anche i tre oggetto di indagine, esclusivamente mascherine in TNT bianco in 3 strati da 30 grammi destinate prima, in emergenza, anche alla sanità e, successivamente, distribuite ai cittadini. Estar-Regione Toscana non ha mai qualificato questi dispositivi come Dispositivi Medici certificati o autorizzati, ma semplicemente per ciò che erano. Le ultime consegne di tali mascherine da parte dei fornitori oggetto della indagine  risalgono alla fine di marzo, per quelle destinate alla sanità, ed a metà maggio per quelle destinate ai cittadini".

 

"Da quanto sopra si evince facilmente che gli stralci di intercettazioni dei soggetti coinvolti, in cui si descrivono le attività fraudolente (la cosiddetta ‘giochessa’ per beffare Estar) messe in atto per produrre mascherine con tessuti e caratteristiche diverse da quelle pattuite, non si riferiscono assolutamente alle mascherine prodotte per Estar ma presumibilmente alla commessa afferente alla Protezione Civile Nazionale. Non corrispondono infatti le date (prima consegna 29 maggio, seconda 5 giugno) né i prodotti (si parla di mascherine azzurre quindi chirurgiche o presunte tali). Pertanto anche il blocco dei pagamenti operato da Estar non ha a che fare con questi lotti di mascherine, ma è legato, ovviamente, alle indagini in corso ad alla collaborazione prestata dall’Ente agli inquirenti", conclude la Regione Toscana in una nota.

 

“Non si tratta soltanto di acquisti incauti, Rossi ed Estar hanno gravi responsabilità per aver selezionato, con affidamento diretto, aziende senza i minimi requisiti. Non possono smarcarsi dalle loro responsabilità, adesso non possono fare le vittime ", dichiara il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi). "Come possiamo fidarci di persone che hanno dato l’affidamento diretto a ditte non all’altezza e non in grado di onorare le commesse ricevute per milioni di euro? Gravissimo poi che tali mascherine non certificate e illegali siano state distribuite ai cittadini e persino ai medici in prima linea negli ospedali. Le credenziali di tali ditte e società erano facilmente riscontrabili. Non solo hanno affidato incarichi senza alcuna gara ma, incautamente, non hanno neppure verificato la qualità del fornitore. Chi fa ordini così importanti per il pubblico ha il dovere di accertarsi se l’azienda, che ha ricevuto l’appalto, sia in grado di rispettare gli accordi e fornire un prodotto di qualità”. 

 

(immagine di repertorio della Regione)

 

 
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