Antonio Meucci, il fiorentino che inventò il telefono
Da Firenze a New York, fra carceri e brevetti
mercoledì 13 aprile 2016 19:30
Il 13 Aprile 1808 nacque nel quartiere di San Frediano - per precisione in Via dei Serragli 44- Antonio Meucci, lo sfortunato inventore del telefono.
Meucci studiò chimica e meccanica all'Accademia delle Belle Arti, ma non potè complatere gli studi perchè la famiglia era molto povera. All'età di 14 anni, infatti, iniziò a lavorare svolgendo varie mansioni: dal portiere, al droghiere, passando per preparazione e composizione di fuochi pirotecnici e nei più famosi Teatri di Firenze. A causa di alcuni errori nel lavoro e del suo carattere impulsivo, fu imprigionato più volte.
A causa delle sue idee politiche liberali e repubblicane fu costretto ad abbandonare il Granducato di Toscana nel 1831 e dopo alcune brevi soste nello Stato Pontificio e nel Regno delle Due Sicilie, Antonio Meucci raggiunse Cuba, dove continua a lavorare come meccanico nei teatri e continua i suoi esperimenti sull'elettricità, da cui è affascinato. Ebbe molto successo, tanto che gli furomo dedicate serate di gala.
Nel 1850 si trasferisce a New York dove apre una fabbrica di candele e conobbe Giuseppe Garibaldi, che addiritturà ospitò nella sua abitazione. La fabbrica di candele si rivelò un fallimento e anche la successiva fabbrica di birra lager. La famiglia di Meucci rischiò di finire in mezzo ad una strada quando la loro casa fu venduta all'asta, ma il compratore gli consentì di abitarci senza pagare niente.
In questi anni Meucci si dedica anima e copro agli esperimenti su quello che oggi giorno è noto come "telefono". La sua esigenza era mettere in comunicazione la stanza da letto di sua moglie - gravemente ammalata- con la sua e, nel 1854 riuscì a realizzare un primo apparecchio che chiamò telettrofono. Tuttavia le precarie condizioni economiche non permettevano a Meucci di sostenere la spesa per un brevetto, ne ottenne uno provvisorio, solo nel 1871.
Ma anche questo brevetto aveva un costo e Meucci non potè più sostenerlo due anni dopo e nel 1876 Alexander Graham Bell brevettò un'apparecchio identico a quello del Meucci chiamandolo telefono. Inutilmente il fiorentino rivendicherà la sua paternità, arrivando addirittura a fare causa a Bell. Nonostante il parere favorevole della stampa e dell'opinione pubblica, Meucci perse la causa con una sentenza ambigua che dava merito a Meucci di aver inventato il meccanismo del telefono, ma era stato Bell a rendere elettrico l'apparecchio.
Meucci morirà nel 1889 pochi mesi dopo che, la ditta che aveva accettato di produrre i suoi apparecchi, aveva fatto ricorso contro la sentenza e il caso sarà archiviato.
In tutto il mondo, esclusa l'italia, Bell venne considerato l'inventore del telefono fino al 2002: l'11 Giugno 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto il contributo di Antonio Meucci nell'invenzione del telefono, riconoscendo che Bell aveva avuto accesso ai prototipi di Meucci quando egli li consegnò alla Western Union per chiedere un finanziato che gli fu rifiutato. In quell'occasione non gli furono restituiti neanche i prototipi che la società disse di aver perso.