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Firenze, il nuovo archivio del Teatro del Maggio

Tutta la storia del teatro in una nuova sede

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venerdì 17 maggio 2019 10:42

E' stato inaugurato l'archivio del Maggio Musicale Fiorentino, che vanta 500 metri di scaffalature, quasi 13.000 tra bozzetti e figurini, oltre 50 modellini scenici, 40.000 fotografie di scena e poi manifesti, cimeli, pellicole, registrazioni, edizioni a stampa storiche.

 

A tagliare il nastro il sovrintendente Cristiano Chiarot e il Sindaco di Firenze. 


Tra i “gioielli” esposti, l’autografo con dedica musicale di Gioachino Rossini alla Società Filarmonica Fiorentina del 1854, la viola appartenuta al maestro Giulini, i costumi di scena donati da Renata Tebaldi, Ebe Stignani e Karl Lagerfeld (quest’ultimo firmò i costumi de Les Contes D’Hoffmann nel 1980) e ancora il programma di sala del primo concerto dell'orchestra stabile fiorentina diretta da Vittorio Gui con autografo di Gui del 1928, l’autografo di Igor Stravinskij con dedica a Vittorio Gui del 1932, le lettere e i telegrammi di Carlos Kleiber e Franco Zeffirelli per la messinscena di Traviata, nel 1983-1984 e molto altro ancora. 



Tutta la storia del teatro – e quindi dei compositori, musicisti, artisti, direttori d’orchestra che lo hanno frequentato - è raccolta all’interno di una nuova sede (all’interno del Teatro stesso): 245 metri quadrati di archivio e 90 metri quadrati di sala consultazione, per realizzare i quali si sono resi necessari quasi un anno di lavori, e che presto verranno aperti a ricercatori e studiosi.


La documentazione ripercorre la storia del Teatro del Maggio a partire dalla fondazione, nel 1928, dell’Orchestra Stabile Fiorentina.



“In queste stanze è concentrata la nostra storia - ha detto il sovrintendente del Maggio Cristiano Chiarot - una storia incredibilmente ricca e sfaccettata, che unisce e celebra tutte le arti. Dalla musica alla danza, dalle arti figurative dei più grandi protagonisti del Novecento e della contemporaneità fino all’altissimo artigianato delle maestranze che per questo teatro hanno lavorato e lavorano tutt’oggi. Questo non è solo un archivio ma una summa di storia della musica e dell’arte, un grande orgoglio per noi e - speriamo - un aiuto per i ricercatori che utilizzeranno queste stanze per studiare il passato e per costruire, tassello dopo tassello, la storia del teatro futuro. È un archivio aperto. Aperto alla città, all’università, ai giovani e agli studiosi che fino ad oggi, con fatica, riuscivamo ad ospitare in piccole stanze. Oggi queste persone hanno la possibilità di studiare e di rivivere le rappresentazioni musicali e teatrali all’interno di uno dei più importanti archivi di storia del teatro italiano”. 

 

 

 
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