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Firenze noir, il fantasma dell'ospedale Serristori

Una pagina noir della storia di Firenze

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giovedì 25 aprile 2019 12:58

Per le stanze dell'ospedale Serristori a Figline Valdarno si aggira un fantasma.

 

Secondo la leggenda riportata da molti storici, apparterebbe a Veronica Cybo, una donna tanto spietata quanto religiosa. Per scoprire la sua storia e i suoi delitti dobbiamo tornare al 1633, nelle vie di Firenze.

 

Veronica Cybo,  figlia del duca e signore di Massa Carlo I Cybo-Malaspina e Brigida di Gannettino Spinola, venne data in sposa a soli 15 anni a Jacopo Salviati, consigliere del granduca di Toscana Ferdinando II. Gli storici sono tutti concordi sulla sua figura: una donna molto religiosa, con un carattere sanguigno e geloso e un'aspetto trascurabile, forse anche brutto.

 

La coppia si trasferisce a Firenze e Jacopo inizia a tradire Veronica con frequenza, sempre con donne diverse, fin quando non incontra Caterina Brogi, bellissima figlia di un mercante fiorentino e moglie del vecchio Giustino Canacci.

 

Fra Caterina e Jacopo nasce una passione e un amore travolgenti, al punto che la relazione diventa di dominio pubblico. Veronica, pazza di gelosia, aspetta Caterina fuori dalla chiesa di San Piero Maggiore, intimandole di interrompere subito qualunque rapporto con il marito. Dalle cronache dell'epoca sappiamo che Caterina rispose per le rime, ma non si conoscono le parole precise. 

 

In un primo momento, comunque, la torbida relazione si interrome. Ma la vittoria di Veronica dura poco: Jacopo affida all'amante due guardie del corpo e la relazione rinizia. 

 

Veronica decide quindi di "farsi giustizia da sola": corrompe i figli del marito di Caterina, Giustino e Francesco Canacci e paga 4 sicari a Massa. Caterina deve morire, dovevaeve pagare con il sangue il "peccato" commesso.

 

Il 31 dicembre 1633 Giustino Canacci entra nell'abitazione del padre accompagnato dai sicari e uccide la matrigna e la dama di compagnia. I corpi delle donne vengono fatti a pezzi e buttati sulle rive dell'Arno. Ma la testa di Caterina viene portata a Veronica come  pegno del compimento della missione.

 

Il primo giorno di ogni anno Veronica fa recapitare a Jacopo un cesto con della biancheria ricamata ma, oltre ai tessuti pregiati e ai merletti l'uomo trova nel paniere anche la testa tagliata dell'amante.

 

La città di Firenze grida allo scandalo, colpita dal delitto. I figli della donna vengono processati e torturati. Giustino confessa il delitto dopo ore di tortura e viene condannato e giustiziato tramite decapitazione di fronte al Bargllo il 27 novembre 1634. Il fratello Francesco resiste a 14 ore di tortura, per questo viene incarcerato per un anno e poi mandato al confino.

 

Il nome di Veronica non viene mai fatto al processo. La famiglia è troppo importante e la regione di Massa troppo ricca; il granduca Ferdinando II non può perdere il loro appoggio. Così Veronica viene allontanata, mandata a Villa Cerbone. In quella villa, di proprietà della famiglia Salviati, sorge l'ospedale Serristori.

 

Nel padiglione più vecchio in molti giurano di aver visto una donna vestita di bianco. Una donna che forse è Veronica Cybo, morta a Roma nel 1691 a 80 anni. Ssecondo molti storici si pentì del suo gesto, sopratutto perchè il marito, anche dopo la morte di Caterina, non le fu mai fedele.

 

La storia di Caterina e di Veronica è stata raccontata nella novella "La duchessa di San Giuliano" del 1837 di Francesco Guerrazzi. 

 

 

 
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