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Firenze, il corteo per Lorenzo Orsetti sfila per le vie di Rifredi

In migliaia alla manifestazione per il 33enne fiorentino rimasto ucciso in Siria

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domenica 31 marzo 2019 18:14

 “La rivoluzione è un fiore che non muore mai”, “Combattiamo per ciò che amiamo”, “Sei stato la prima goccia noi saremo tempesta” fino a “È questo il fiore del partigiano morto per la libertà”.

 

Sono alcuni dei molti striscioni che sfilano per Lorenzo Orsetti, Orso, rimasto ucciso in Siria. La manifestazione per Lorenzo Orsetti è partita intorno alle 16.30 di oggi, domenica 31 marzo, da piazza Leopoldo. Nel cuore della Rifredi di Orsetti, che in questo quartiere è nato e vissuto, prima di partire, un anno e mezzo fa, come volontario per combattere con le milizie curde dell'Ypg contro l'Isis. Nome di battaglia Tekoser, la notizia della morte di Lorenzo, 33 anni, è arrivata la mattina di lunedì 18 marzo, quando sono stati diffusi dall’Isis le foto dei suoi documenti, e del suo corpo senza vita.

 

Il corteo, preceduto da un minuto di silenzio, è iniziato col coro “Orso è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai” e con la lettura di alcuni scritti di Lorenzo. “Ogni tempesta inizia con una singola goccia. Cercate di essere coi quella goccia”, questo lo striscione in testa al corteo, a cui sono presenti anche il padre e la madre di Lorenzo, Alessandro e Annalisa Orsetti. Sono proprio le parole di Lorenzo Orsetti quelle a ‘guidare’ la manifestazione, parole lasciate nella sua lettera testamento, reso noto dopo la sua morte.

 

Un corteo partecipato, non solo da giovani e studenti, con circa cinquemila persone, organizzato dal coordinamento Toscana per il Kurdistan, che ha sfilato da piazza Leopoldo in piazza Giorgini, da via Vittorio Emanuele a via dello Statuto, per finire nei giardini della Fortezza da Basso, dalle 17 in poi, dove si sono tenuti contributi e interventi, tra cui quelli della famiglia Orsetti.

 

Prende la parola Alessandro Orsetti, tra gli applausi. “Vi ringrazio tutti a nome della famiglia di Orso, mi verrebbe da iniziare con una battuta, cioè che mi dispiace che vi siete persi il compleanno di Batistuta perché siete venuti qua, questo la dice lunga su dove stare, se siete qui vuol dire che avete fatto una scelta di campo che aveva fatto anche Lorenzo. Devo dire che a me è piaciuta molto, nonostante tutti i dolori e le preoccupazioni, questa scelta di Lorenzo, ci ha resi veramente orgogliosi. Sottolineo che Lorenzo non è andato a esportare Europa e democrazia ma a imparare dal popolo curdo, a partecipare alla loro rivoluzione. Sono convinto che questa esperienza gli abbia dato tanto, come testimoniano i suoi ultimi scritti, e sono sicuro che avrebbe partecipato volentieri alla successiva fase di ricostruzione. Per noi ora c’è un vuoto, ci manca tanto, ma spero che rimangano gli stimoli che ci ha dato, la voglia di scegliere, di evitare i compromessi, di andare fino in fondo e anche la tenerezza che ha manifestato in tanti momenti. Spero che di Lorenzo non se ne faccia una statuina o una foto attaccata al muro ma che sia un’ispirazione per le nostre vite, perché è stato un partigiano, è stato un uomo che ha portato avanti i suoi valori. Ringrazio tutti, grazie”.

 

 

 
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