Firenze, inaugurato il Centro di Salute Mentale in viale d’Annunzio
La struttura è operativa dallo scorso luglio
venerdì 16 marzo 2018 19:40
Inaugurato il Centro di Salute Mentale in viale d’Annunzio, a Firenze, nel quartiere 2.
“Questa struttura rappresenta l’idea di come la Regione intenda la presa in carico delle problematiche legate alla salute mentale – ha dichiarato l’assessore regionale Stefania Saccardi, presente questa mattina insieme al direttore generale dell’Azienda USL Toscana centroPaolo Morello Marchese – Una presa in carico mai invasiva sempre accorta che forte dell’integrazione tra sociale e sanitario e gestita sempre nel massimo rispetto dell’inclusione sociale”.
La struttura, operativa dallo scorso luglio, rappresenta il riferimento del Quartiere 2 di Firenze per i pazienti adulti con disagio mentale, che si rivolgono a questo servizio per interventi di cura, riabilitazione e reinserimento sociale.
“Struttura – ha sottolineato ancora l’assessore – che dimostra quanta necessità ci sia di prendere in carico le persone sul territorio piuttosto che in strutture che “chiudono” e che esulano dall’integrazione col proprio ambiente”.
Questa mattina erano presenti, tra gli altri, anche il presidente del quartiere 2, Michele Pierguidi, la coordinatrice infermieristica della struttura, Annalisa Piccini e il presidente del Coordinamento Associazioni Fiorentine Salute Mentale, Gianni Gozzini.
Lorenzo è un utente del Centro con problemi di disturbo bipolare. “I problemi psichiatrici – dice – a volte nascono anche dalla solitudine. Qui facciamo gruppo”. La conferma di quanto la ristrutturazione abbia avuto un effetto positivo anche sull’accoglienza, arriva dal direttore generale, Paolo Morello Marchese. “Chi ha bisogno – spiega – trova qui una risposta organizzata con personale qualificato a tutti i livelli che può garantire aspetti importanti per creare un’atmosfera di serenità e coinvolgimento che tanto serve a questi pazienti”.
L’Azienda, come riporta una nota dell'Ausl Toscana Centro, per realizzare il nuovo Centro di Salute Mentale Adulti ha operato un investimento di un milione e mezzo di euro recuperando, all’interno del presidio di viale D’Annunzio, un padiglione prima destinato a magazzino, ottenendo così, tra il piano terra e il primo piano, il nuovo Centro che è integrato al plesso esistente, in collegamento funzionale con le cure primarie, i servizi sociali e la riabilitazione del Quartiere, ma dotato di autonomia propria e con ingresso separato.
Il Centro, di cui è responsabile il dottor Paolo Maria Rossi Prodi, è aperto continuativamente dodici ore al giorno (dalle 7,30 alle 19,30) con la presenza stabile di ventiquattro operatori tra infermieri, medici, psichiatri, psicologici, assistenti sociali, educatori professionali.
In un anno sono circa 1400 i pazienti adulti con disagio mentale che si rivolgono al servizio per visite, controlli, ricoveri, inserimenti residenziali e lavorativi che vengono effettuati e programmati dal gruppo multidisciplinare dei professionisti. Dalla sua attivazione, è stato registrato anche un significativo aumento degli accessi, dovuto in parte alla prossimità e alla collocazione facilmente raggiungibile del Centro all’interno del Quartiere 2.
Al piano terra su una superficie di circa 400 metri quadrati è presente l’area “triage” con l’accoglienza, il front-office, gli ambulatori specialistici (circa una decina tra quelli di psichiatria, psicologia e assistenza sociale) la medicheria oltre ad un’area operativa, ben distinta, adibita a day therapy dove avvengono i trattamenti farmacologici e accertamenti strumentali.
Al piano primo ulteriori 83 metri quadrati sono stati riservati alle attività di “gruppo”: qui si svolgono gli incontri settimanali tra i professionisti, i pazienti ed i loro familiari, un’attività non presente nella vecchia sede (il Villino Borchi) per carenza di spazi.
A breve saranno anche disponibili gli appartamenti per sviluppare il progetto “abitare supportato”, rivolto alle persone con disagio psichico seguite dagli operatori della Salute Mentale Adulti che, nel loro percorso, abbiano raggiunto un livello di autonomia tale da permettere di vivere «indipendenti», da soli o in convivenza con altri.