The State of the Union, i lavori in Palazzo Vecchio. Alfano: 'Europa soluzione e non problema'
Il Ministro degli Esteri nel Salone dei Cinquecento. Chiuderà Gentiloni
venerdì 05 maggio 2017 10:25
The State of the Union arriva nel cuore di Firenze. Dopo il primo giorno alla Badia Fiesolana, oggi, venerdì 5 maggio, l'evento organizzato dall'European University sarà per tutta la giornata in Palazzo Vecchio.
Con il titolo “Building a People’s Europe”, la tre giorni verte sul concetto di cittadinanza europea: il futuro della cittadinanza europea, la democrazia diretta, referendum e populismo, la libera circolazione delle persone e la solidarietà sociale, l’emergenza globale dei rifugiati, l'integrazione economica e monetaria dell'UE e la sicurezza in Europa, questi i temi di cui discuteranno gli Speaker.
I lavori in Palazzo Vecchio sono aperti da Angelino Alfano, dopo i saluti della città portati dal sindaco Dario Nardella. Dal palco nel salone dei Cinquecento il sindaco, in un lungo discorso, cita anche Bob Kennedy, parlando soprattutto del ruolo delle città e della cultura nella costruzione dell'idea di Europa.
"Questo è il luogo in cui sono fioriti Umanesimo e Rinascimento - inizia Nardella - e dove gli uomini hanno parlato del futuro, e come sindaco non potrebbe esserci occasione più adatta. Per costruire un'Europa delle persone dovremmo guardare di più dove le persone vivono e a volte soffrono, ovvero alle città. Nel 2015 quasi tre quarti della popolazione europea viveva in centri urbani. La città è il luogo dove inizia la vita politica, dove i cittadini vogliono avere voce in capitolo e dove invece si ha impressione che l'UE faccia fatica ad inoltrarsi. I popoli tendono a rifugiarsi in ciò che è loro familiare ed è per questo forse che i cittadini si convincono che solo le identità nazionali sono in grado di proteggerli. Benessere o successo della nostra integrazione e della storia dell'Europa non si misurano solo dalle cifre di crescita del prodotto interno lordo, se fosse qui con noi Bob Kennedy ripercorrerebbe le parole del discorso del 18 marzo 1968, dove affermò che il Pil misura tutto eccetto ciò che rende la vita degna di essere davvero vissuta. Non possiamo consentire che la nostra integrazione sia solo un ritorno alla protezione dei confini, piuttosto dovremmo cercare maggiore coinvolgimento diretto dei cittadini alle istituzioni europee, davanti a sfide come le difficoltà della classe media, la necessità di lavoro, l'ambiente, le migrazioni, lo sviluppo e il ruolo della cultura nella nostra società. Firenze è impegnata molto seriamente su questo punto, sia a livello municipale che metropolitano".
Un incontro a Firenze tra le città capitali della cultura europea. "Come sindaco di una delle capitali culturali del continente confermo la mia intenzione di ospitare nel 2018 il primo incontro di tutte le città europee che sono state capitali europee della cultura - conclude il sindaco - penso sarebbe l'occasione preziosa per spingere i leader a dare un posto più importante alla cultura nell'agenda europea. Per questa sua vocazione umanistica Firenze è stata scelta per ospitare l'istituto culturale europeo, ma ora appoggio l'idea di creare una scuola di governance internazionale lì accanto. Non dobbiamo avere paura di dire che ora più che mai abbiamo bisogno di più Europa. Sono convinto che questa città vi ispirerà, viva Firenze e viva l'Europa".
Il Ministro degli Esteri Alfano inizia il suo discorso parlando di pace. "Come ha rappresentato un onore la frase 'Civis Romanus Sum', in un'Europa unita che ci ha garantito la pace per anni, l'orgoglio deve essere dire sono cittadino della comunità europea. Io sono orgoglioso di essere cittadino europeo, perché conosco la storia della mia famiglia. Io sono nato nel 1970 e ho sconosciuto solo la pace, ma mio papà è nato nel 1936 e ha conosciuto le guerre, e anche suo padre, e anche il padre di suo padre. Io sono il primo della mia famiglia che ha conosciuto solo la pace e come cittadino europeo ne sono fiero e per questo ringrazio l'Europa. Da cittadino europeo ho una sola consapevolezza, e cioè che sarebbe un errore considerare queste conquiste irreversibili. Sono state conquiste perché dopo la seconda guerra mondiale abbiamo fatto i conti con i nostri morti, oggipossiamo dire di aver creato il più grande esperimento istituzionale che la storia abbia conosciuto. Dopo i morti è venuta la pace, e dopo la pace, l'Unione. Questa è la più grande area dei diritti civili, la più grande senza pena di morte, la più grande potenza industriale di esportazione del mondo. Abbiamo problemi, ma abbiamo anche il desiderio e la forza di risolverli. Siamo fieri delle vite salvate le mediterraneo, perché siamo dalla parte dei diritti umani. Oggi il nostro continente politico è chiamato a scelte importanti, abbiamo una lista di paesi che vogliono entrare, qualcuno vuole uscire, e oggi abbiamo un sistema politico che ha di fatto generato movimenti che chiedono l'uscita dall'Europa, ma noi siamo quelli che pensano che l'Europa sia la soluzione. L'oggetto della sfida è quello di salvare l'Europa da quelli che pensano che l'Europa sia il problema".
Nel pomeriggio di oggi sarà il Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, a tenere il discorso di chiusura della conferenza.
L’edizione 2017 di The State of the Union fa parte del calendario delle celebrazioni del Sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma. Sabato 6 maggio, ultimo giorno dell'evento, gli Archivi Storici dell’Unione Europea apriranno al pubblico le porte di Villa Salviati, dalle 10 alle 17.30, offrendo un programma di eventi culturali e di attività ricreative volte a festeggiare la giornata dell’Europa.