La fortuna della famiglia Medici spiegata da Tim Parks [INTERVISTA]
"Firenze è stata fondamentale nella storia della famiglia"
sabato 29 ottobre 2016 13:50
Perchè I Medici sono stati così importanti per Firenze? Certo, hanno creato tante bellezze che ancora oggi i fiorentini amano e che i turisti di utto il mondo vengono a vedere personalmente, ma quale è stato il segreto della loro vittoria sulle famiglie rivali - in particolare gli Albizi? Quale è stato il segreto che gli ha permesso di dominare la scena mondiale nel Rinascimento?
Tim Parks, professore universitario alla IULM di MIlano, giornalista e scrittore nel suo libro "La fortuna dei Medici" ha raccontato la storia della famiglia, cercando di spiegare la genialità di questa famiglia e il fattore che li ha portati al successo.
La famiglia dei Medici fu molto importante per una città come Firenze. Quanto e che ruolo ebbe la città nella loro ascesa? Sarebbe stato possibile un simile dominio e una simile potenza in un'altra città?
Nel momento dell'ascesa della famiglia all'inizio del Quattrocento, Firenze era la prima città per banche e finanze, e aveva un'organizzazione repubblicana e semi-democratica che permetteva a una famiglia ricca di emergere anche laddove non c'era 'nobiltà'. Senza queste condizioni è difficile immaginare che la famiglia Medici potesse diventare così potente.
Quali sono le caratteristiche della famiglia che le hanno permesso di prosperare?
Cosimo il vecchio aveva varie doti che permisero il consolidamento del potere famigliare. Innanzitutto come banchiere, dove ha saputo costruire una banca estesa con una holding centrale che gestiva una dozzina di filiali in varie parti di Italia ed Europa. Insolitamente era aperto anche ad altre famiglie, era molto caritatevole e commissionava molte opere, facendosi ben volere. Non esitava mai a spendere il necessario per consolidare il suo potere e sapeva manipolare il processo democratico per evitare l’ascesa dei nemici. Investiva molto in opere pubbliche, soprattutto chiese che gli fosse conferita una reputazione di uomo potente e pio. Tutto questo senza strafare o stra-apparire. Dalla sua morte in poi il potere della famiglia era già in declino. Viveva di rendita.
Che ruolo ha svolto la banca nel dominio su Firenze?
La banca gli dava potere, anche in quanto era banchiere del Vaticano. I soldi sono un bene difficile da confiscare. La terra è vulnerabile all’esproprio, ma i soldi possono sparire. Prima del breve esilio del 1433 Cosimo aveva pensato di spostare una somma ingente di soldi a Venezia.
La serie tv "I Medici" si concentrerà sopratutto su Cosimo. Cosimo è considerato il capostipite morale della grande dinastia. E' giusto a suo parere e perchè rappresentò un punto di svolta?
Cosimo era di gran lunga il più lucido ed efficace della famiglia. Senza di lui non ci sarebbe stata la dinastia.
Quali sono i punti chiavi della storia della famiglia Medici?
A parte la formazione della banca nell’ultimo Trecento, le tappe sono ovvie. L’esilio, che ha fatto capire a Cosimo che se non dominava la città non c’era futuro per lui a Firenze. La ristrutturazione di San Marco, che è l’inizio di un programma di affermazione culturale e sociale. La crisi di governo del 1458, che finì per rafforzare il potere mediceo che era stato contestato, cosa che si ripete nel ‘66 con Piero di Cosimo. La famiglia non esitava mai a mobilitare tutte le proprie risorse per consolidare il potere, diversamente da certe altre famiglie nemiche. Con il declino della banca a Lorenzo il Magnifico rimaneva solo il potere politico, consolidato ancora una volta con la congiura dei Pazzi. Poi il crollo dopo la morte di Lorenzo con l’invasione francese e la cacciata di Piero (il Fatuo).
La famiglia Medici, in particolare Lorenzo, ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'arte e della cultura. Secondo Lei questo ebbe influenza sul settore economico e politico?
È evidente che una delle ‘scoperte’ della famiglia Medici era l’uso di investimenti nell’arte e nella cultura per consolidare l’immagine della famiglia nella città e così consolidare il proprio potere. Importante sotto Cosimo il Vecchio, questa politica lo era molto meno sotto il Magnifico, che avendo meno soldi e meno visione si concentrava più su una forma di collezionismo individuale e aristocratico.